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VILLA ANTHEA

Storia

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Villa Anthea, conosciuta storicamente come Villa Tardi, è un gioiello architettonico situato nel cuore di Palermo. Costruita nei primi anni del XIX secolo, la villa ha attraversato diverse fasi storiche, ognuna delle quali ha lasciato un’impronta indelebile sulla sua struttura e sul suo significato culturale.

La villa fu eretta in un periodo in cui Palermo stava vivendo una rinascita culturale e anche se non disponiamo di documenti che confermino con esattezza l’anno di costruzione e il nome del proprietario originario, è plausibile che la villa sia stata costruita intorno all’inizio del 1800, e da ciò che ne suggerisce la sua ubicazione individuabile già nella “Pianta della città di Palermo e i suoi contorni” (1818), sembrerebbe originariamente fosse stata concepita come residenza di campagna per chi ne possedeva le ampie terre adiacenti. Pare anche che suddette terre presentassero estese coltivazioni di canne da zucchero, anche chiamato all’epoca “falso miele”. Il suo design sofisticato e i suoi giardini curati la resero un esempio perfetto dell’eleganza e della maestosità di quel periodo. Ciononostante la villa è ampiamente decorata e curata nei minimi dettagli, il che ci lascia anche intuire l’estrazione socio-economica del committente, sicuramente ben inserito tra i più alti ranghi dell’epoca. Anche qui le fonti nostro malgrado scarseggiano, l’ipotesi più plausibile è che fosse un cavaliere che a quanto pare avesse anche un raffinato gusto estetico.

L'architettura

Le facciate della villa sono caratterizzate da un uso sapiente di elementi decorativi che richiamano lo stile classico, il prospetto principale è ornato da colonne e pilastri che sostengono una balconata dando così forma al porticato dell’ingresso principale, elemento distintivo del neoclassicismo. Le pareti sono decorate con cornici elaborate e fregi che evidenziano le ampie finestre e porte in legno massello. Procedendo verso l’interno troviamo un ampio salone che presumibilmente serviva ad accogliere un gran numero di sopiti durante particolari occasioni. Non a caso al piano terra troviamo le cucine e altri piccoli locali che con tutta probabilità servivano come stanze per il personale della villa. Al piano superiore invece troviamo le stanze padronali con due ampie terrazze e l’accesso al balconcino sopracitato. Particolare attenzione va ai decoratissimi soffitti di queste stanze padronali affrescati con motivi floreali, animali e altri simboli di buon auspicio, sono anche presenti oggetti con una simbologia più stratificata e meno esplicita che forse avevano un particolare significato per chi ci viveva.

Sul retro della villa vi si estendeva un ampio giardino all’italiana, ricco di piante provenienti da tutto il modo, siepi arecacee e fiori di ogni tipo. adiacenti agli spazi esterni sono presenti anche altre costruzioni più modeste probabilmente concepite come alloggi per i cortigiani e la servitù o come magazzini.

Nella seconda metà del XX secolo, Villa Tardi subì trasformazioni significative. Durante questo periodo, la villa fu acquistata e trasformata in una sala ricevimenti. Questo nuovo utilizzo portò a modifiche strutturali che alterarono l’aspetto originale della villa, gli spazi interni furono riorganizzati e modificati, gli affreschi furono coperti o rimossi per adattarsi alle esigenze del nuovo uso, e la villa fu ribattezzata “Villa Re Giovanni”. Questi cambiamenti, sebbene mirati a soddisfare le nuove esigenze, alterarono indelebilmente l’identità originale della costruzione. Certo comunque la residenza in parte mantenne la sua utilità originaria, ossia quella di ospitare importanti eventi, ma se rilegata ad un uso puramente commerciale una struttura difficilmente susciterà l’interesse che meriterebbe, passando quasi in secondo piano. 

Nei primi anni del XXI secolo, Villa Re Giovanni cadde in uno stato di abbandono. Le strutture iniziarono a deteriorarsi, i giardini divennero incolti e gli affreschi, un tempo splendidi, si sbiadirono sotto la polvere del tempo. Gli ampi giardini un tempo luogo di ritrovo di intellettuali dell’epoca divennero così una discarica a celo aperto, le sale che una volta ospitavano importanti eventi mondani ora si trovavano ad accogliere polvere e sporcizia lasciata li da esploratori urbani di passaggio. La decadenza della villa rappresentava una triste metafora dell’indifferenza e dell’inerzia che spesso colpiscono i nostri beni culturali e le nostre risorse non adeguatamente tutelate. Questa sensazione di disagio nel vedere in questo stato il nostro patrimonio, le nostre risorse e la nostra cultura, è ciò che ci ha spinto a voler cambiare le cose.

Orari

Lun- Ven, 9:00 – 18:00

Contatti

villaanthea@wisserfoundation.org

+39 3382089831

Dove

Via Roberto Indovina 11, Palermo

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